Premio Marzotto

Cultura e Scienza: Il Premio Marzotto

“Il Marzotto”, così chiamato dagli italiani che vi parteciparono, è stato un premio autorevole, multi-disciplinare ed internazionale

Comprendeva Poesia e Narrativa, Critica e Storia della Letteratura, Filosofia, Giornalismo, Teatro e Musica, Pittura, Scienze Economiche e Agrarie, Medicina e Chirurgia e Premi di Laurea. Ideato per incoraggiare l’attività intellettuale, il premio Marzotto è stato importante nella vita culturale e scientifica italiana.

Istituito nell’ottobre 1950 il premio ebbe 18 edizioni biennali assunse un respiro internazionale ed un grande prestigio in tutta Europa, anche “esportando” mostre. Finì nel 1968 , anno che vide il rivolgimento della cultura europea sull’onda della rivoluzione studentesca.

Chi lo ha ricevuto lo ricorda come “un premio per bene”, sottolineando quel senso di libertà e autonomia che lo caratterizzava. Il Premio si muoveva fuori da logiche accademiche, da mode o nepotismi e senza pressione commerciale. Il generoso premio (allora 500 mila lire) divenne subito autorevole grazie all’impianto di una giuria di eccellenza a cui parteciparono a rotazione Vittorio Gassman e Luchino Visconti (1959), Renato Guttuso e Felice Casorati (1953), Carlo Carrà (1954) e Ardengo Soffici (1956), Eduardo de Filippo (1956) e Erwin Piscador (1964), Eugenio Montale e Alberto Moravia (1959), nel campo della storia dell’arte Cesare Brandi (1964), Giulio Carlo Argan e Herbert Read (1962), Will Grohman e Michel Tapié (1964) Pierre Restany, Norman Ried e John Russell (1966).

Un certo ‘fiuto’ si deve riconoscere alle commissioni quando consacrano il talento di Indro Montanelli (1957), Mario Praz (1954), Umberto Saba (1957). Per le arti figurative sono stati premiati Filippo De Pisis (1954), Sebastian Matta (1962), Alberto Burri (1964), Arman (1966), per il teatro Dino Campana (1963) e Natalia Ginzburg (1968). Il premio Marzotto é stato un riconoscimento ad attività intellettuali mature, ma anche un’iniziativa volta a dare coraggio a chi era agli inizi della carriera: maggiore visibilità a chi raggiungeva la fama, ma anche e sopratutto a chi aveva bisogno di un primo trampolino di lancio.

Non solo le arti, ma anche la Medicina e la Chirurgia, l’Economia e l’Agraria. Discipline fondamentali negli anni del cosiddetto ‘miracolo italiano’ anni di ricostruzione e di sviluppo per l’Italia. Il Marzotto ha affermato il lavoro di chi, forse meno noto, tra teoria e pratica, ha saputo prendere parte a quell’avvio.

Per più di diciotto anni, il “Marzotto” ha fatto parte della vita culturale italiana. Il premio voleva “chiamare a raccolta le forze più vive e significative della nazione”. E a posteriori possiamo dire che l’obiettivo sia stato raggiunto visto che attraverso i nomi dei premiati si può ricostruire il panorama italiano degli anni ’50 e ’60.

Fu la prima iniziativa nel campo culturale dei premi del dopoguerra italiano, un momento unico per l’Italia. Visto il suo respiro internazionale, mirava a dare una nuova coerenza al panorama europeo, indicando una strada di collaborazione.

Voleva “fare posto alle iniziative volte all’elevazione delle arti” (1957) e questo interesse veniva dal mondo industriale, una nuova forma di mecenatismo. Il premio ha dimostrato che anche i più pragmatici avvertivano il bisogno di dare spazio, mezzi e riconoscimenti alle ricerche culturali e scientifiche. Questo connubio tra arte e industria ha dimostrato di essere un’innovazione ed un modello da seguire. Era la prima volta che un’industria italiana si cimentava a sostenere le arti in modo assiduo e generoso, creando le premesse per le numerose attuali unioni tra il tessile e l’arte. Il premio Marzotto ha voluto “stimolare l’ingegno”: lo ha fatto in modi diversi e inaspettati, avviando e sostenendo una collaborazione diversificata. Un momento unico dell’Italia culturale.